Punti chiave
💡 Che cos’è il TAEG?
È il tasso che riassume su base annua il costo complessivo di un prestito rispetto al capitale erogato.
🔍 In cosa differisce il TAN dal TAEG?
Il TAN mostra solo l’interesse nominale, il TAEG include anche tutte le spese obbligatorie, quindi è uguale o superiore.
📜 Dove deve essere indicato il TAEG secondo la legge?
In ogni messaggio pubblicitario, nel modulo informativo europeo standardizzato e nel contratto di finanziamento.
🧾 Quali spese rientrano nel calcolo del TAEG?
Interessi effettivi, commissioni di istruttoria e gestione, costi di incasso rata e comunicazioni, oneri fiscali, compensi intermediari e premi assicurativi obbligatori.
📦 Quali costi restano esclusi dal TAEG?
Spese facoltative, polizze non imposte, parcelle notarili dei mutui ipotecari, interessi di mora e oneri non quantificabili in anticipo.
🧮 Come si determina il valore del TAEG?
Risolvendo l’equazione che rende uguale il capitale incassato al flusso attualizzato di rate e spese future, mediante il tasso interno di rendimento.
🏷️ Perché il TAEG aiuta a confrontare le offerte?
Perché rende omogenei i costi di prestiti con stesso importo e durata, permettendo di vedere quale è realmente più conveniente.
0️⃣ È possibile avere un “finanziamento a tasso zero”?
Solo se sia il TAN che il TAEG sono pari a zero; spese accessorie positive fanno salire il TAEG.
🚨 Come il TAEG è usato per il controllo dell’usura?
La Banca d’Italia pubblica trimestralmente i tassi medi di mercato e fissa la soglia oltre la quale il TAEG rende il prestito usurario.
⏳ Che effetto ha la durata del prestito sul TAEG?
A spese fisse invariate, il TAEG diminuisce su scadenze più lunghe, pur aumentando l’esborso totale.
🔄 Quanto è affidabile il TAEG di un prestito a tasso variabile?
È solo indicativo perché viene calcolato assumendo costante il tasso iniziale.
🏁 Cosa succede al TAEG se estinguo il prestito in anticipo?
Pagherai solo interessi e costi maturati fino a quella data, riducendo di fatto il TAEG sostenuto.
TAEG o tasso annuo effettivo globale
Il TAEG, Tasso Annuo Effettivo Globale, è l’indicatore percentuale che sintetizza su base annua il costo complessivo di un prestito rispetto al capitale concesso; per legge deve comparire con identica evidenza del TAN in ogni messaggio pubblicitario, nel modulo informativo europeo standardizzato (SECCI/IEBCC) consegnato prima della firma e nel contratto definitivo. La disciplina discende dalle direttive europee sul credito ai consumatori, recepite in Italia, che dal 1° giugno 2011 impongono di includere nel computo anche gli oneri fiscali, a tutela della trasparenza e della confrontabilità delle offerte.
Rientrano nel TAEG gli interessi calcolati al tasso effettivo, le commissioni di istruttoria, apertura e gestione pratica, i costi di incasso rata e di invio comunicazioni, l’imposta di bollo sul contratto e sugli estratti conto, i compensi di eventuali intermediari, i premi di assicurazioni la cui sottoscrizione sia condizione per ottenere il credito, nonché ogni ulteriore spesa obbligatoria collegata al finanziamento. Restano invece esclusi i costi facoltativi, le polizze non imposte dal finanziatore, le spese notarili dei mutui ipotecari, gli interessi di mora e qualunque onere non quantificabile al momento della stipula.
Il valore è ottenuto risolvendo l’equazione che eguaglia il capitale effettivamente incassato dal cliente – al netto delle trattenute iniziali – con il flusso delle rate e delle spese future attualizzato tramite il tasso interno di rendimento; in pratica si utilizzano calcolatori che richiedono importo, numero e ammontare delle rate, costi iniziali e ricorrenti.
Il TAN misura solo l’interesse nominale annuo; poiché trascura gli altri oneri, è sempre uguale o inferiore al TAEG. Può accadere che un prestito a TAN zero presenti un TAEG positivo quando sono previste spese accessorie: solo la contemporanea nullità di entrambi sancisce un effettivo “tasso zero”.
Il TAEG consente al consumatore di confrontare il costo reale di finanziamenti con uguale importo e durata, di pianificare il debito e di verificare il rispetto della normativa antiusura: la Banca d’Italia rileva trimestralmente i tassi medi di mercato, applica la maggiorazione prevista dalla legge e determina la soglia oltre la quale il prestito è usurario, soglia che si valuta proprio sul TAEG contrattuale. Gli intermediari devono aggiornare tale valore in caso di modifiche significative e comunicarlo tempestivamente al cliente.
Nel confronto fra differenti scadenze occorre considerare che, a parità di spese fisse, il TAEG tende a ridursi su durate più lunghe pur comportando un maggiore onere complessivo; nei contratti a tasso variabile il TAEG è calcolato assumendo costante il tasso iniziale e fornisce quindi solo una stima indicativa.
Esempio: su un prestito personale di 10 000 euro rimborsabile in 60 mesi con TAN fisso 6 %, spese di istruttoria 150 euro, incasso rata 2 euro mensili e bollo contratto 16 euro, la rata risulta 193,33 euro, il TAEG circa 6,9 % e l’importo totale dovuto circa 11 600 euro; la medesima struttura di costi su 24 mesi innalzerebbe il TAEG oltre l’8 %, perché le spese fisse si concentrano su un arco temporale più breve. In caso di estinzione anticipata il debitore ha diritto al rimborso proporzionale degli interessi e dei costi non maturati, riducendo il TAEG effettivamente sostenuto.