Punti chiave
🎓 Che cos’è un prestito per lo studio?
Finanziamento agevolato che copre i costi universitari e si rimborsa dopo il percorso formativo.
💸 Quali spese può coprire?
Tasse, alloggio, materiale didattico e periodi di mobilità.
🔄 In cosa differisce da una borsa di studio?
La somma va restituita, mentre la borsa è a fondo perduto.
📊 Qual è l’importo medio concesso nel 2024?
Circa 6.500-7.000 euro.
👥 Quali requisiti pesano di più per l’accesso?
Merito accademico (esami, media, voto di laurea) più che reddito familiare.
⏳ Come si articola il piano di rimborso tipico?
Fase di utilizzo, fino a 24-36 mesi di grazia, ammortamento fra 5 e 15 anni (estendibile a 30).
📈 Il tasso d’interesse si paga subito?
No, viene capitalizzato in moratoria e corrisposto all’avvio del rimborso.
🛡️ Qual è la principale garanzia pubblica?
Il Fondo per il credito ai giovani copre il 70 % del rischio fino a 25.000 €.
🏦 Quale prodotto bancario arriva a 75.000 € senza garanzie patrimoniali?
“per Merito” di Intesa Sanpaolo.
📑 Quali documenti servono per la domanda?
Documento d’identità, codice fiscale, certificato di iscrizione e storia esami se richiesta.
🤔 Perché controllare le convenzioni del proprio ateneo?
Snelliscono la pratica e definiscono criteri di merito condivisi con la banca.
🌍 Qual è l’impatto sociale di questi prestiti?
Ampliamento dell’accesso all’istruzione, bilanciato dal futuro onere di rimborso.
Prestiti per lo studio
Il prestito per lo studio è un finanziamento finalizzato che in Italia consente di coprire tasse universitarie, alloggi, materiale didattico e periodi di mobilità, con piani di rimborso legati al completamento degli studi e all’avvio della carriera. Grazie a tassi agevolati, lunghi preammortamenti e, nelle formule “d’onore”, alla possibile assenza di garanzie patrimoniali, amplia l’accesso all’istruzione a chi non dispone di liquidità immediata. Resta distinto da borse e contributi a fondo perduto, perché l’importo erogato deve comunque essere restituito.
L’importo concesso si ancora al costo effettivo del percorso: dai 3-5 mila euro annui per lauree triennali o magistrali fino a 70-75 mila euro complessivi per master e specializzazioni. La somma può essere versata in tranche collegate all’iscrizione o resa disponibile in una linea di credito che lo studente utilizza all’occorrenza. Il contratto prevede una fase di utilizzo, un periodo di grazia che può arrivare a 24-36 mesi dopo la fine degli studi e un ammortamento di norma compreso fra 5 e 15 anni, estendibile in taluni prodotti fino a 30. Il tasso, fisso o variabile, viene spesso capitalizzato durante la moratoria e corrisposto solo all’avvio del rimborso; l’estinzione anticipata è di solito gratuita.
Il principale schema pubblico è il Fondo per il credito ai giovani, rifinanziato per il 2024: copre il 70 % del rischio per importi fino a 25 mila euro erogati in rate annuali di 3-5 mila euro a studenti meritevoli tra 18 e 40 anni iscritti a lauree, master, dottorati o corsi di lingua. Il rimborso inizia non prima di 30 mesi dall’ultima rata e si estende fino a 15 anni, senza richiesta di garanzie reali o fideiussioni.
Accanto al Fondo operano soluzioni bancarie in convenzione con atenei o garantite da merito accademico. Tra le più diffuse: “per Merito” di Intesa Sanpaolo (fino a 75 mila euro, due anni di “periodo ponte”, rimborso fino a 30 anni senza garanzie patrimoniali); “StudioSì” a tasso zero per studenti del Mezzogiorno (massimo 50 mila euro, rimborso entro 20 anni); “Futuro Garantito” di BPER Banca (25 mila euro con garanzia statale); “Futuriamo” di BNL BNP Paribas (5-70 mila euro, possibilità di posticipare il capitale per 36 mesi); “Ad Honorem” di UniCredit (linea di credito fino a 27.700 euro che diventa prestito personale agevolato); prodotti analoghi di Banco BPM, Banca Sella e di altri istituti, talvolta legati a specifici master o ordini professionali. Programmi regionali (ad es. Toscana, Veneto) e settoriali (ENPAM per medici, Fondo Studenti Italiani per master negli USA) ampliano l’offerta con garanzie pubbliche o universitarie.
L’accesso si fonda più sul merito che sul reddito: regolarità negli esami, media ponderata o voto di laurea sostituiscono spesso il reddito familiare come parametro. In assenza di garanzie personali intervengono fondi pubblici, mentre la banca valuta età, corso scelto e prospettive occupazionali. Il preammortamento di almeno 24 mesi, la facoltà di sospendere o rimodulare le rate e l’assenza di penali di estinzione anticipata sono caratteristiche comuni. Nel 2024 l’importo medio accordato è di circa 6.500-7.000 euro; oltre un terzo delle domande riguarda somme inferiori a 3.000 euro; il volume totale erogato ha superato i 220 milioni e l’età media dei richiedenti è 37 anni, con le donne al 45 %.
Per richiedere il prestito conviene verificare prima le convenzioni del proprio ateneo, che semplificano la procedura e disciplinano i criteri di merito; in alternativa ci si rivolge alle banche aderenti ai fondi di garanzia o ai prodotti commerciali dedicati. Occorrono documento d’identità, codice fiscale, certificato di iscrizione e, se previsto, storia esami o titolo di studio precedente. È consigliabile calcolare accuratamente il fabbisogno, controllare durata del preammortamento, eventuali coperture assicurative e mantenere i requisiti di merito: il loro venir meno può interrompere l’erogazione o anticipare l’obbligo di rimborso.
Sul piano socio-economico i prestiti per lo studio in Italia sostengono la mobilità sociale e la formazione di capitale umano, ma richiedono di bilanciare il vantaggio di un rapido accesso all’istruzione con la sostenibilità del debito all’inizio della vita lavorativa.