Prestiti tra privati (social lending o prestiti peer to peer)

Guida ai prestiti da privati: finanziamenti rapidi e personalizzabili, tassi entro soglia usura, garanzie flessibili e rendimenti superiori con piattaforme P2P

I prestiti tra privati sono forme di finanziamento nelle quali il creditore non è un intermediario bancario ma una persona fisica o giuridica che opera in modo occasionale, o tramite piattaforme di social lending vigilate, per soddisfare bisogni di liquidità altrui in cambio di un rendimento. Rientrano nel contratto di mutuo regolato dagli artt. 1813-1822 del codice civile e restano leciti finché non assumono carattere abituale, fattispecie che richiederebbe l’autorizzazione ex art. 106 TUB. Nel rispetto della normativa antiusura, antiriciclaggio e fiscale rappresentano soluzioni flessibili, rapide da perfezionare e personalizzabili nelle garanzie e nei piani di rimborso.

Il canale può essere diretto, fra soggetti legati da rapporti personali, oppure mediato da piattaforme online che suddividono il finanziamento fra più investitori; in entrambi i casi le condizioni sono liberamente negoziate purché il tasso non superi la soglia d’usura calcolata trimestralmente dalla Banca d’Italia. Nei prestiti diretti è consigliata una scrittura privata con importo, tasso, scadenze, eventuali garanzie e clausola di decadenza dal termine, datata con certezza tramite registrazione o PEC; oltre 3.000 euro il trasferimento delle somme deve utilizzare mezzi tracciabili. Nei prestiti peer-to-peer la piattaforma, iscritta all’albo degli intermediari finanziari, attribuisce al richiedente un rating interrogando banche dati e limitando la rata al 30-35 % del reddito netto mensile; importo tipico fra 1.000 e 30.000 euro, durate 12-84 mesi, TAEG medi 7-12 %, commissioni 3-6 % sul capitale e fee annuali entro l’1 %.

Le garanzie possibili comprendono fideiussione, pegno, ipoteca, cambiale o cessione del quinto; la loro presenza riduce il rischio di insolvenza e agevola l’eventuale esecuzione forzata. Per il debitore i vantaggi consistono in iter meno formali, tempi di erogazione in 24-48 ore nelle soluzioni online e maggiore accessibilità per profili non bancabili; gli svantaggi risiedono in tutele più limitate rispetto al credito bancario e nella variabilità dei costi. Per il prestatore i rendimenti risultano superiori ai depositi tradizionali ma esistono rischi di default, di usura mascherata e di mancata copertura dal Fondo Interbancario, che si mitigano diversificando su più prestiti, verificando la registrazione dell’intermediario e conservando tutta la documentazione per la dichiarazione dei redditi.

Gli interessi percepiti costituiscono redditi di capitale da indicare in dichiarazione; se il prestito è infruttifero occorre comunque registrare l’atto con imposta del 3 % più bollo. La normativa antiriciclaggio impone segnalazione di operazioni sospette agli organismi competenti e, per trasferimenti sopra soglia, obbligo di tracciabilità. Chi presta abitualmente senza autorizzazione incorre nel reato di abusiva attività finanziaria; chi richiede deve calcolare l’incidenza della rata sul reddito e confrontare il TAEG complessivo prima di assumere l’impegno.

In sintesi i prestiti tra privati colmano gap di finanziamento per famiglie e microimprese offrendo rapidità, personalizzazione e rendimenti interessanti, ma richiedono attenzione a normativa, trasparenza e gestione del rischio per evitare contenziosi, sovra-indebitamento o fenomeni usurari.

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