Punti chiave
😊 Chi può ottenere la cessione del quinto?
Solo dipendenti e pensionati; autonomi e liberi professionisti sono esclusi.
👔 Che tipo di contratto di lavoro è richiesto al dipendente?
A tempo indeterminato; a termine solo se il prestito finisce almeno due mesi prima della scadenza del contratto.
💶 Qual è il limite massimo della rata?
Non può superare il 20 % dello stipendio o della pensione netta mensile.
🗓️ Quali sono i limiti di durata del finanziamento?
Da 24 a 120 mesi.
🎂 Qual è l’età massima del dipendente alla scadenza del prestito?
Di regola 75 anni.
🎂 Qual è l’età massima per il pensionato?
Generalmente 85 anni, salvo limiti più restrittivi dell’intermediario.
🛡️ Sono obbligatorie polizze assicurative?
Sì: rischio vita per tutti e perdita d’impiego per i dipendenti.
🏦 Quante cessioni del quinto possono gravare sullo stesso reddito?
Solo una alla volta.
📄 Quali documenti servono al dipendente?
Documento d’identità, codice fiscale, ultime buste paga, certificato quota cedibile, attestazione TFR, CUD.
📑 Che cosa attesta il certificato di quota cedibile?
L’importo massimo della rata e il mantenimento del minimo vitale.
🔒 A cosa serve il vincolo sul TFR?
Copre il debito residuo in caso di licenziamento.
❌ Quando non si concede la cessione a un pensionato?
Se la pensione resterebbe sotto il minimo o riguarda prestazioni assistenziali.
🔄 Quando si può rinegoziare la cessione del quinto?
Dopo l’estinzione del 40 % delle rate o, se il prestito dura fino a 60 mesi, dopo 24 mesi.
🔍 Le banche verificano la solidità dell’azienda?
Sì, controllano la situazione contributiva prima di concedere il prestito.
Requisiti cessione del quinto, criteri necessari
La cessione del quinto è un prestito disciplinato dal D.P.R. 180/1950 e dal regolamento di esecuzione D.P.R. 895/1950 che prevede la restituzione mediante trattenuta diretta, costante e non superiore al 20 % dello stipendio o della pensione netta mensile. Può essere accordata soltanto a lavoratori dipendenti e pensionati in presenza di requisiti soggettivi, patrimoniali e formali che garantiscano continuità del reddito, capienza della rata e copertura assicurativa. Autonomi e liberi professionisti restano esclusi.
Per i dipendenti è necessario un rapporto di lavoro subordinato con retribuzione fissa e continuativa: il contratto a tempo indeterminato è la forma tipica, mentre quello a termine è ammesso se la durata del finanziamento termina almeno due mesi prima della scadenza del rapporto. Le banche richiedono di norma da tre a sei buste paga recenti, verificano la solidità dell’azienda privata tramite banche dati contributive e il possesso di un TFR maturato o fondo equivalente che sarà vincolato a garanzia. L’età alla fine del piano non può superare, di regola, 75 anni (limite imposto dalle compagnie assicurative), la quota cedibile deve essere certificata dal datore di lavoro e la retribuzione residua, una volta detratto il quinto, deve restare almeno pari alla soglia minima vitale.
Per i pensionati la rata è trattenuta dall’ente previdenziale su pensioni cedibili erogate da INPS, ex INPDAP o altri fondi; restano escluse prestazioni assistenziali, assegni sociali, invalidità civile e trattamenti inferiori al minimo. Il certificato di quota cedibile rilasciato dall’ente attesta l’importo massimo della rata e la conservazione del trattamento minimo dopo la trattenuta. L’età massima ammessa alla scadenza non può eccedere 85 anni, salvo limiti più restrittivi fissati dall’intermediario; non si concedono finanziamenti se esistono cessioni in corso che saturano il quinto o pignoramenti eccedenti i limiti di legge.
Requisiti generali del finanziamento impongono che la rata non superi un quinto del netto mensile, la durata sia compresa fra 24 e 120 mesi e non vi sia più di una cessione del quinto contemporaneamente sulla stessa retribuzione o pensione; ulteriore liquidità può essere ottenuta soltanto con delega di pagamento o rinegoziazione dopo l’estinzione del 40 % delle rate (o, per prestiti originari fino a 60 mesi, dopo almeno 24 mesi). Sono obbligatorie polizze assicurative a favore del creditore: rischio vita e perdita d’impiego per i dipendenti, solo rischio vita per i pensionati; il relativo costo è inglobato nel TAEG. Garanzie aggiuntive sono la trattenuta diretta e il vincolo sul TFR, che copre il debito residuo in caso di licenziamento, oltre all’intervento della compagnia assicurativa per decesso o perdita involontaria del lavoro entro i limiti di polizza.
Il richiedente deve presentare documento d’identità, codice fiscale, ultime buste paga o cedolini pensione, certificazione della quota cedibile, attestazione del TFR e, per i dipendenti privati, copia del CUD; sono previsti controlli antiriciclaggio e la valutazione dell’affidabilità creditizia, che pur non essendo requisito di legge incide su tasso e importo erogato. La rata resta fissa per tutta la durata del piano, e datore di lavoro o ente pensionistico sono tenuti a proseguire le trattenute anche in caso di cambio datore o trasferimento della pensione.