Consolidare i debiti con un prestito unico

Consolidamento debiti: accorpa i finanziamenti in una sola rata, semplifica la gestione e riduce il rischio di sovraindebitamento grazie a tassi competitivi

Il consolidamento debiti consiste nella sostituzione di più passività con un singolo finanziamento che ne ingloba i saldi, con l’obiettivo di semplificare la gestione dei pagamenti, ridurre l’esborso mensile o prevenire il sovraindebitamento. Operando tramite l’estinzione dei contratti originari, il debitore rimane legato a un solo intermediario e affronta una rata unica definita da un nuovo piano di ammortamento. L’operazione può prevedere, se compatibile con le politiche di rischio, un’ulteriore quota di liquidità libera.

Le forme tecniche più ricorrenti sono il prestito personale di consolidamento, la cessione del quinto di stipendio o pensione, il mutuo di sostituzione con garanzia ipotecaria per importi elevati, oppure il rifinanziamento di un singolo prestito quando l’esigenza riguarda un’unica esposizione. L’idoneità dipende da importo, durata, presenza di garanzie, profilo di rischio e, per i mutui, dal rapporto tra debito e valore dell’immobile.

La procedura ordinaria parte dalla mappatura dei debiti residui e dalla richiesta dei conteggi estintivi. Il richiedente presenta documentazione reddituale (buste paga, CU, bilanci, certificato pensione) e, se necessario, perizie sull’immobile. L’ente erogante valuta merito creditizio, rapporto rata/reddito, anzianità lavorativa, eventuali segnalazioni negative e, nei casi garantiti, loan-to-value; in presenza di criticità possono essere richiesti garante o cessione del quinto. Una volta approvato, il finanziatore liquida direttamente le posizioni da chiudere ed eroga al cliente l’eventuale surplus.

Al costo complessivo concorrono TAN, TAEG, commissioni di istruttoria, imposte, polizze facoltative, spese notarili e penali di estinzione dei prestiti preesistenti; durate più lunghe riducono la rata ma aumentano l’interesse totale, mentre l’ipoteca consente di ottenere tassi più bassi a fronte del rischio di escussione del bene. La normativa prescrive trasparenza su condizioni economiche, diritto di recesso, divieto di tassi usurari e, per i mutui, stipula notarile con iscrizione ipotecaria.

Vantaggi tipici sono la singola scadenza, la possibile riduzione dell’importo mensile, il controllo del budget, la diminuzione di costi fissi e il potenziale miglioramento del profilo di rischio se i pagamenti vengono rispettati. Tra gli svantaggi figurano l’allungamento dell’indebitamento, oneri accessori non trascurabili, potenziale rifiuto per score creditizio basso e il rischio di ricreare debito se la nuova capacità di spesa non è gestita con disciplina.

Le cause più comuni di diniego includono rapporto rata/reddito eccessivo, documentazione incompleta, garanzie insufficienti, importo incoerente con le politiche di rischio o pregresse irregolarità gravi. Il consolidamento conviene quando i tassi dei vecchi prestiti sono superiori a quelli attuali, le scadenze frammentate generano ritardi o l’incidenza delle rate sul reddito è troppo alta; in alternativa si valutano rinegoziazioni singole, surroghe, accordi di ristrutturazione o, nei casi di insolvenza, procedure ex legge 3/2012.

Durante la vita del nuovo contratto è possibile il rimborso anticipato, soggetto a eventuali penali, e un comportamento puntuale contribuisce a ricostruire la reputazione creditizia registrata nelle banche dati. Per evitare ricadute nel sovraindebitamento è consigliato accompagnare l’operazione con un piano di budgeting, riduzione dei costi discrezionali e creazione di riserve di liquidità, così da mantenere equilibrio tra obblighi finanziari e risorse disponibili.

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